Una lettera a Gio Manzoni e Sara Meliti

Miei carissimi Gio e Sara,
la nostra amicizia forse non è antica ma la avverto profonda e sincera nell’accoglienza che sempre mi avete rivolto nel vostro studio-factory. Sì, il Vostro studio è una sorta di factory  alla maniera di Andy Warhol in cui si crea nell’incontro fra le Arti più disparate e  di cui Voi ne siete i registi.
Si giunge allo Studio Gio Manzoni nella convinzione di calarsi in un ambiente molto “efficiente”, tecnologico, come normalmente si è soliti trovare ed invece …  ecco venirTi incontro una persona con un sorriso largo quanto l’intero volto, due occhi luminosi a confermarlo, che Ti introduce, in un clima di cordialità e “freschezza” intellettuale, ad un cenacolo di persone, le più svariate, fra cui compare da protagonista Sara, una fotografa di grande talento, che con uno sguardo dolce quanto deciso Ti indica il Tuo posto. Quello è il Tuo posto all’interno del “cerchio magico”.

E poi a rompere il silenzio un simpatico tassista-artista che Ti racconta di avventure fra l’erotico, l’improbabile, speso come assolutamente vero, e il ritratto artistico reale, concreto, e di dignitosa  qualità. Poi vi sono critiche e critici giovani e rampanti e preparati e, talvolta, pure, sedicenti modelle di nudo, di interessanti argomenti letterari, ad agitare gli ormoni: ecco, quindi, una gradevole e colta mistura  di factory e bottega parigina della belle epoque.
Alle pareti e sui tavoli opere belle, di qualità di Gio e di Sara. E in mezzo a tutta questa simpatica e accogliente baillame, Gio dirige con sapienza l’orchestra al completo, affidando ad ognuno lo spartito e la sua parte di recita. E pure a me, neofita nello studio.

È un’esperienza di full immersion nell’Arte, che raccomando, a chi vi è invitato, di non perdere assolutamente. Io manco da un po’ e ne sento nostalgia.
Gli Artisti veri lo sono anche nel quotidiano vivere non solo nell’espressione della loro propria Arte. E Gio e Sara lo sono.

Lamberto Fabbri