“Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. Si esce poco la sera, compreso quando è festa, e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra. E si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando. Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce, anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare, mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore ognuno come gli va. Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età. E senza grandi disturbi, qualcuno sparirà. Saranno forse i troppi furbi e i cretini di ogni età. Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico… E come sono contento di essere qui in questo momento. Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico, cosa si deve inventare per poter riderci sopra, per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio, come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità”.
Con questa scrittura “in prosa” di “Caro amico ti scrivo”, dall’album “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, il Cenacolo delle Arti porge a tutti Voi i migliori auguri. E ricorda, con particolare affetto, il cantautore Lucio, il quale è stato uno dei soci fondatori e poi onorario del Circolo degli Artisti. Lo ricordiamo accanto a Lamberto Fabbri, Dino Gavina, Pietro Bellasi, Giorgio Celli. È proprio Lamberto Fabbri oggi a ricordare lui e tutti gli amici scomparsi che hanno preso parte alla grande realtà del Circolo, e a porgere un pensiero di amicizia e gioia a tutti Voi.
L’amicizia è un Bene fondante e pilastro della società. In questo tempo buio e tenebroso, sembra essersi celato, il concetto di amicizia, dietro costrutti inessenziali, formalità banali, egoismi che s’impicciano alla dimensione intima e nervosa dell'”Io”. Un Io che non è gettato nella società, ma richiuso in se stesso nella impermeabilità di una chiocciola.
Affinché vengano sgretolati i muri tra le persone e venga edificato un mondo migliore, tutti noi del Cenacolo delle Arti Vi stringiamo con affetto e ritroviamo, nelle parole di Dalla, il gusto dolceamaro di un momento storico unico e irripetibile. Ma ritroviamo anche il gusto, prepotente, della speranza.
A Lucio, che ci guarda da lassù, alla sua fede bambina.
Tanti auguri di un buon nuovo Anno.
Asia Vaudo