A Dio Suor Stefania Monti, amica cara

Nel silenzio della notte di ieri, per non disturbare più di tanto, la mia cara Suor Stefania Monti se ne è ritornata alla Casa del Padre.
Si stava lavorando insieme ad un progetto con l’amico Giuseppe Conte, cui fanno contorno Tomaso Kemeny e Davide Rondoni e proprio la notte della vigilia della sua partenza mi era giunta da lei una lettera in cui si scusava per il ritardo a rispondermi perché molto presa da un nuovo incarico del suo ordine, ma soprattutto perché non si sentiva troppo bene, ma rassicurandomi al riguardo del Covid.

Da molto tempo ci si conosceva, fin da quando con il Padre Guglielmo Gattiani si andava al Querceto e passando ci si fermava a Lagrimone da Mamma Chiara, di cui Stefania era prima la segretaria e poi l’erede. Fabbrica di Santi fondata da Santi quella realtà di Convento di Povere Sorelle Clarisse riformate secondo la regola primigenia: niente riscaldamento, né gas, né acqua corrente e il cibo doveva giungere dalla Provvidenza, il denaro non doveva esistere neppure a pagare i lavori di ricamo o di cucito!
Stefania, finissima intellettuale, di raffinata cultura, studentessa pluridecorata al Liceo Torricelli dei tempi buoni, quello che ancora portava con onore l’eredità di studenti che si chiamavano Ippolito Pindemonte, Vincenzo Monti … poi già avviata ad una carriera politica avverte nel suo cammino fiero e libero dalle convenzioni una voce cui non si può resistere, e così si abbandona nelle braccia del suo Signore e si rinchiude nella clausura. Nel suo grande sapere porta a compimento la causa per il dottorato di Santa Veronica Giuliani, clarissa cappuccina, per il mondo illetterata e analfabeta.

Riceve anche l’incarico di Presidente Mondiale di tutte le Conferenze di Clarisse, Conventuali, Osservanti, Cappuccine e Riformate.
Terminato l’incarico se ne ritorna nella sua clausura.
Compagna di scuola al Liceo anche del
Padre Angelo Melandri, altra figura importante, sempre gli è stata vicina, assieme ai confratelli saveriani, a Don Tonino Bello e a Padre Alex Zanotelli, nella preghiera e nei consigli, fino al suo rientro negli ultimi giorni della sua vita in seno a Santa Romana Chiesa.
Stefania mi ha onorato della sua amicizia e sono certo che di dove ora è continuerà a starmi accanto e a proteggere la mia famiglia.

Lei era solita dire, con l’affetto e l’ironia che gli erano usi, di me, dei miei progetti che “studiavo di notte il danno che avrei fatto poi il giorno ”.
Mi manca molto anche se fin dall’istante in cui l’amico Don Ugo Facchini mi ha riportato della sua morte non ha mancato di farmi sentire la sua presenza con un tenero sentire di nostalgia.
A Dio mia carissima Stefania, mi è dolce naufragare nel mare del tuo ricordo.

Lamberto