Líviusz Gyulai, un ricordo

L’artista Líviusz Gyulai è scomparso lo scorso 16 marzo

Ho appreso solo ora della morte di Líviusz Gyulai, che ho avuto il dono di esporre al nostro Circolo degli Artisti a Faenza, e con cui ho editato un libro con le sue stupende, suggestive grafiche ad illustrare le storie surreali del suo amico Erwin Lazar.

La sua conoscenza, divenuta amicizia poi nei pochi giorni che trascorsi a Budapest, invitato ad un evento su Attila Josdef, dove incontrai l’amico Tommaso Kemeny, quasi romagnolo d’adozione, e poi a Roma, all’Accademia di Ungheria, dove ripetemmo  la presentazione alla presenza delle massime autorità ungheresi, avvenne grazie alla mediazione della generosa ed impareggiabile tessitrice di amicizie, Carla Leonelli.
La grandezza di Líviusz, oltre che nella sua Arte Grafica dove primeggiava nell’intero mondo – numerosi i riconoscimenti internazionali ricevuti, anche per i suoi cartoni animati estremamente lirici – stava nella Poesia che poneva in essa, ed anche in ogni suo gesto; soprattutto, stava nel suo vissuto di sofferenza e di oppressione che lo vide esule a Parigi e che raccontava senza piagnistei. E a me, cui leggeva in volto i segni dell’empatia, minimizzava per consolarmi dicendo: “Ma poi in Ungheria, rispetto agli altri paesi dell’Est, Lamberto, il nostro era un comunismo all’acqua di rose!”
Líviusz leggeva Poesia in ogni dove e la comunicava con sorrisi e sguardi ammiccanti e schizzi surreali.
Sono infinitamente riconoscente e grato per aver goduto del suo humour e della sua amicizia.
A Dio Líviusz, si tornerà a bere birra e a ridere insieme ad Erwin e agli altri amici ungheresi!
E grazie a Carla per avermi introdotto a queste preziose amicizie.

Lamberto Fabbri