In ricordo di Giorgio Boscherini



Al capitolo 5 della lettera agli Ebrei, il versetto 7 viene tradotto in modi diversi a seconda dei traduttori: “e fu esaudito per la sua pietà” altri “per il timor di Dio”, ma a me piace la traduzione che il cardinale Martini, alla presenza dell’allora Priore di Bose, Enzo Bianchi, fece in quel di Brisighella: “per i suoi grandi desideri” e pose l’attenzione sull’accezione negativa che poteva assumere la parola nel quotidiano parlare, se pur chiara era l’etimologia, e così aggiunse come traduzione anche il più tenue “per le sue grandi aspirazioni”. Il concetto non muta. 

Aprii così il testo al libro per Burri in occasione della realizzazione del pannello “Nero e Oro” che poi donò a Faenza in virtù delle buone relazioni che ne nacquero, in riferimento all’allora Sindaco, Giorgio Boscherini. 

Era l’anno 1993, allorché Giorgio, Boscherini, per quasi tutti, da subito socio e frequentatore del nostro “circolo degli artisti” mi convocò nel suo ufficio. Trovai un uomo affranto, ferito, umiliato, da un avviso di garanzia ingiusto, come poi si rivelò, frutto dell’aspro clima politico di allora, che mi chiese di portare avanti il progetto che lui aveva iniziato con Burri, per realizzare un pannello alla Bottega Gatti. Giorgio aveva “desideri grandi” per la sua città: le grandiose “Settimane Faentine” resuscitate nello splendore di mostre importanti e di parimenti elevati eventi collaterali, coinvolgendo anche altre realtà cittadine, alla sola condizione che il loro  carattere distintivo fosse la professionalità massima. E il suo desiderio celato anche ai suoi più stretti collaboratori, trovò conferma quando in una mia visita, assieme all’amico Davide Servadei, nella sua casa in Costa Azzurra, Burri accettò l’idea di donarlo alla città con l’unica condizione della scelta di dove e come porlo al Museo delle Ceramiche. 

Questa era la cifra di Giorgio nei confronti della sua città, Faenza, che un tempo si fregiava di essere, la “Piccola Atene della Romagna, e che sempre al nome proprio seguiva “città d’Arte”. Voglio se ne torni al Padre, con questo ricordo, per me molto importante, perché oggi vorrei il suo esempio trovasse epigoni. 

Giorgio, la Bellezza che hai cercato e che ogni volta Ti è stato dato di scorgerla o intuirla hai sempre voluto condividere, nel Tuo servizio di Sindaco, con la Tua città, ora Ti sia casa, abito, corona perché sono certo che ancora vorrai farcene partecipi, ora più che mai. 

Ciao Giorgio