Oggi, in un giorno di sole, dopo che tanta pioggia mista a fango e a tanta sofferenza ha sporcato le cose di tutti i giorni, i mobili, le suppellettili, le case, la vita di molti, hai scelto di riprendere la strada di casa e ritornare dal Padre, da tempo, anzi dall’ eternità, in trepida attesa di Te. Da tempo Ti teneva per mano, ma avevi ancora cose da fare qua: dovevi indicarci la via del Calvario, tanto dolorosa, sì, ma parimenti gioiosa e amorevole nella fiducia certa che quella è la strada per ritrovarsi a Casa, poi. Nel Tuo corpo prostrato portavi tutte le piaghe del Cristo, nelle ferite profonde che il decubito Ti aveva inferto, reso deforme dalla contrattura dei muscoli, nel capo reclinato, icona dell’umiltà a fronte dell’Altissimo, del Tuo Gesù, Maria, la Mamma, vi aveva scolpito il Suo sorriso che mai Ti aveva abbandonato e insieme all’ironia bonaria di sempre, erano ciò che di Te si poteva cogliere anche in questi ultimi istanti che ci sono stato regalati. Non ci si allontanava da Te disperati, mai, perché la Tua cifra rimaneva sempre quel sorriso, alle persone, alle difficoltà della vita, che mai Ti sono mancate, alla sofferenza. La delicata attenzione alla lettura, ai “casi” degli altri, per coglierne un aspetto divertente, ironico mai il pettegolezzo, alla difficoltà del momento di qualcuno per suggerirne un conforto, una luce di speranza, questo era ciò che si portava con sé quando giungeva il tempo di allontanarsi per ritornarsene al quotidiano. So per certo che oggi si è accesa in cielo una stella di Santità e guarderò anch’io, ritrovatomi Piccolo Principe, a scrutare il cielo per cogliere Te in quella stella. Mi piace solitamente scrivere qualcosa a ricordare i miei amici “Grandi” che mi hanno accompagnato nel percorso del mio vivere, ad insegnarmi “cose”, ad investigare con introspezione le cose nascoste per cogliere la luce che le sottende, a coltivare la saggezza del sapere, ma questa volta scrivo perché Tu, Francesca, mi hai fatto comprendere che “il Signore “ai piccoli si è rivelato” e che ha innalzato gli umili disperdendo i superbi nei pensieri del loro cuore. Dio faccia sì, che se in me vi è superbia, grazie alla Tua testimonianza, venga dispersa, e con Te possa anch’io innalzarmi fra gli umili e prima di me così avvenga per quanti il Signore mi ha affidato. Sono grato a mia moglie, la Tua amica di sempre, per aver condiviso il dono grande di questa Vostra tenera amicizia e forse in questo nostro Amore, nella nascita della nostra Bella famiglia, un poco c’entri anche Tu. Grazie sempre Francesca. A ritrovarci!
Lamberto Fabbri