Eduardo Alamaro fa gli auguri dell’Epifania con Il Cantico dei Cantici

Era una notte buia e tempestosa, … anzi no, anomala, calda e serena, cambiamenti climatici contemporanei … ma, come da tradizione e da filastrocca dell’infanzia nostra …

… la Befana vien ancor di notte / con le scarpe sempre tutte rotte / con le toppe alla sottana / Viva, viva la Befana!

La mia befana napoletana 2023 ha però fatto prima una tappa “di carico” in Romagna, a Faenza, al “Cenacolo delle Arti” ove il gran Lamberto Fabbri, amico carissimo, le ha consegnato per me la copia 151, su 199 tirate al torchio, del fondamentale “Cantico dei Cantici” nella traduzione ritmica di Giuseppe Conte e tavole di Vanni Cuoghi, ultimo nato de “I quaderni del Circolo degli Artisti”.

Lamberto è (per me) il re dei re, il più folle dei folli, il cardine dei cardinali, il maestro dei mastri, il regista de’ registrati snob delle arti grafiche rare e sante d’Italia: questo libro è infatti assolutamente pregevole, affascinante a prima vista e tatto, come tutti quelli suoi già editi ad arte esclusiva.

Provare per credere, tutto corrisponde al vero, così come promesso dal lancio pubblicitario: “… questa edizione è stata realizzata per la gran parte in maniera manuale dalle migliori maestranze artigianali italiane con materiale di pregio. Le carte usate per la stampa sono state prodotte anch’esse in modo artigianale e con la massima attenzione a non creare danni all’ambiente.”

Sono sempre libri innovativi e audaci, confessati e comunicati ad arte santa grafica … sempre opere selezionate e corredate con “testi o traduzioni originali scritti dai più autorevoli personaggi del panorama delle varie arti di appartenenza”.
Così è, così sia, ora e sempre, ora et labora!!

Quello che più amo in Lamberto è infatti la sua ossessione … la capacità di immaginare un prodotto editoriale “artigianale”, perseguirne pazientemente il progetto e creare la squadra di gioco per realizzarlo ad hoc, site specific.

Un lavoro, il suo, indefesso, che lo impegna notte e giorno nella rete di relazioni che intesse a tutti i livelli, (specie nel trovare le manualità artigiane giuste), … per sensibilità da relazionare, da connettere con amore … con grande uso degli attuali mezzi informatici e comunicativi …

… con la mano de Dios che lo spinge, lo guida, lo indirizza e che, talvolta interviene in prima persona e mette la palla in rete per lui, alla Maradona, non c’è dubbio …

… dico e scrivo ciò osservando una catena di “cumbinazioni”, di casi e cose … intersezioni lambertiane …

… all’uopo testimonia Giuseppe Conte, traduttore ritmico del “Cantico”, che così scrive nella sua “Nota del traduttore”, p. 75: “… non so se avrei avuto il coraggio e l’incoscienza di una simile sfida senza l’invito di Lamberto Fabbri … che, vincendo qualche mio imbarazzo di povero peccatore, ha voluto che entrassi in contatto con Suor Stefania, suora di clausura di sorprendente vivacità …

… la quale mi fornì, tra l’altro, il link per accedere alla lettura dell’intero testo registrato da un ebraista insigne come padre Abraham Shmuelof. Così ho potuto immergermi nel ritmo originale salmodiante del Cantico dei Cantici, coglierne la dimensione musicale … per osare di imprimergli nuove misure ritmiche e metriche di traduzione …”.

Sono gli incastri perfetti narrativi, pezzi di un puzzle oriente-occidente che si compongono da sé … miracolosi, ogni cosa va a suo posto per canto ed incantesimo musicale, cosa che sembra ribadita, a p. 79, dalla “Nota del pittore” Vanni Cuoghi, autore della tavole quando annota:

“Sono andato diverse volte a Mendrisio a trovare l’editore Josef Weis. Andavo a trovarlo così, senza motivo. Un giorno mi propose di realizzare insieme il Cantico dei Cantici. Accettai immediatamente con grande gioia. Purtroppo il progetto non vide mai la luce perché Josef se ne andò improvvisamene una mattina dell’estate 2020.”

Così conclude: “Quando Lamberto Fabbri mi propose di realizzare insieme il Cantico dei Cantici pensai: ecco la carezza di Josef!” Tutto torna ….

Allego un po’ di foto al post, buona befana 2023.

Dalla pagina Facebook di Eduardo