In morte di Amedeo Fabbri

12/12/2024

Ieri mattina mio fratello Amedeo se ne è volato in cielo. Ero a andato a prenderlo in auto per un impegno suo, prima, poi per andarcene un po’ in giro a cazzeggiare: si sarebbe anche andati a Modigliana per comprare un po’ di scalogne sott’olio di cui lui era ghiotto e probabilmente avremmo anche mangiato qualcosa insieme, chiamando a raggiungerci la sua inseparabile Morena, con cui amava giocare al consueto ruolo di Sandra e Raimondo.
Ma no: “Hai avuto fretta, troppa fretta di raggiungere quel “cielo lontano” di pascoliana memoria, che  talvolta amavi citare  ripetendo poi a memoria la poesia.
Non mi hai atteso, per pochi minuti mi sei sfuggito. Quando sono giunto già Te ne eri già  partito lasciandomi quel guscio vuoto, fatto della stessa carne con cui nostra madre ci aveva rivestito privandosene.”
Quanti ricordi la mente mi ripropone, di estati in campagna e poi, un po’ più grandi, al mare in cui Amedeo, bello come dio greco, attraeva attorno a sé gruppi di ragazza, anche se per me quelle estati a Santa Lucia, con il monte, oggi dimezzato, da esplorare, a rincorrere lucertole e ramarri, a cercare dove la lepre “fa il covo” ed attendere il suo ritorno, a pescare al  fiume con una canna improvvisata tagliandola dal bambù che cresceva lungo la riva, a pescare con le mani cercando le prede sotto i sassi con la paura di stringere invece una biscia … insomma le preferivo decisamente. Dieci anni ci dividevano per cui nei suoi sedici anni gli ormoni gli facevano preferire il mare ove poter provarne la potenza, io ancora imberbe allora preferivo invece la poesia di un panorama agreste. Poi, crescendo, mi ricrederò pur continuando ad amare la natura in ogni sua espressione, compreso però quella a lui gradita fatta di belle forme e gentilezza d’amore.
“Amedeo portavo con me i regali per Santo Natale ieri mattina: una mia ultima edizione,  che sapevo Ti sarebbe particolarmente piaciuta, di versi di William Blake e una monografia su di un “sovrapposto”, un fucile della Tua  collezione, esposta in bella vista nel salotto.”
Che ne sarà delle parole che avremmo dette, delle battute che ci saremmo scambiati, dei discorsi profondi che talvolta scaturivano in mezzo alla amenità, interrotti poi dalla visione di qualcosa che avrebbe colpito la nostra attenzione fuori dal finestrino dell’auto?
“ Era in programma anche una cena da me con salsiccia e pancetta e “castrato” e fegatelli alla brace con contorno di patate e pomodori e melanzane al forno e in padella, in un reciproco invitarci a cena, Tu con la  Tua inseparabile Morena all’agriturismo ed io nella nostra cucina, sempre circondati da figli, nipoti e amici degli uni e degli altri.”
In questi ultimi tempi,  da pensionati ci si era avvicinati ancora di più, la scomparsa poi di Giampiero, fratello “di mezzo”, ulteriormente, fino a “sentirci” al telefono anche più volte al giorno.
“Mi manchi già e mi mancherai tanto nel tempo a venire, ma so che in qualche modo troverai il modo di farmi sentire che ancora ci sei per me, come per sempre ci sei stato.
A rivederci Amedeo !”

Lamberto